Cattive notizie per coloro che difendono la privacy delle informazioni su Internet: un giudice statunitense ha condannato Google a collaborare con l'FBI e ha ordinato di dare loro l'accesso alle e-mail di utenti che vengono memorizzati su server al di fuori degli Stati Uniti.
È stato giudice Thomas Rueter, di Filadelfia, che ha indicato, come riportato da Reuters , anche se il recupero di dati elettronici da Google dai suoi data center sembrerebbe all'estero, una violazione della privacy, in realtá la violazione effettiva si verifica nel momento in cui di produrrebbe una divulgazione della comunicazione all'interno Stati Uniti, cosa che chiaramente rimarrebbe occulta con l'FBI.
Il giudice si basa su una legge che è esattamente la stessa dal 1986, e tutto sommato molto è cambiato da allora. La legge dovrebbe essere rivista al Congresso, ma sembra che la revisione in questione non sarebbe ancora stata presentata, così che questa situazione coinvolge in questo momento a tutte le aziende tecnologiche che memorizzano i dati all'interno e all'esterno del paese. Un caso simile si è verificato con Microsoft tempo addietro, ma in tal caso il tribunale ha deciso in favore di Microsoft e l'informazione non è stato inviato alle autorità.
Google ha risposto che le email sono memorizzate su server differenti in tutto il mondo, in modo che é quasi impossibile sapere dove l'informazione richiesta è effettivamente memorizzata. Ora Google ha intenzione di impugnare la decisione, mentre il resto del mondo rimane a guardare in un gioco in cui i dati sono i protagonisti.