Facebook prende le misure contro l'Hate speech, il cosiddetto "incitamento all'odio". Al via la campagna quindi, visto che è in gioco il business stesso del social network
L’hate speech (incitamento all’odio) è un’offesa basata su una qualsiasi discriminazione (xenofoba, etnica, religiosa, di genere o di orientamento sessuale) ai danni di un gruppo ed è attualmente uno dei temi più dibattuti dai e sui Social media .
Se gli USA parlano di libertà massima di espressione , i Paesi europei sono molto più cauti riguardo il tema.
Facebook in tutto ció, apre alla campagna contro l’Hate speech.
Ma come fare a fermare i gruppi che praticano lo praticano? Non è assolutamente facile, considerando i numeri: Facebook ha superato il primo miliardo di utenti registrati, che pubblicano circa due miliardi e mezzo di messaggi al giorno; Twitter vanta circa 200 milioni di utenti e 400 milioni di tweet in un giorno; su YouTube vengono caricate 48 ore di nuovi filmati ogni minuto.
Se YouTube ha posto il veto sull’hate speech, Twitter si dimostra piú aperto, invece Facebook lo vieta, pur aprendosi alla satira e all'umorismo.
Ultimamente Facebook ha anche avviato una campagna contro l’Hate speech. Marne Levine, vice presidente del Global Public Policy del social network, ha dichiarato: "In alcuni casi, i contenuti non sono stati rimossi così velocemente come avremmo voluto".
Facebook fa sapere che riguarderà le linee guida per valutare i contenuti che possono violare i suoi standard, e creerà dei team appositi in grado di riconoscere l’hate speech.
Il social network di Menlo Park fattura 1.25 miliardi di dollari in advertising nel primo trimestre (l’85% dei ricavi totali), ha aperto le porte aigrandi brand, e non vuole rischiare di mettere a rischio il proprio business.
Identificare e rimuovere l’hate speech, a Facebook di fatto conviene guadagnando l’applauso dell’associazione Women, Action and the Media, che aveva sollevato il problema dell’incitamento all’odio.