Nelle profondità della rete: il deep web

Nelle profondità della rete: il deep web

Web sommerso: il lato oscuro della rete


Finita l'età dell'innocenza, terminato il momento in cui smettiamo di credere che tutto ciò che si può trovare sulla rete lo restituisca papà google, inizia la vera scoperta.

Tutti i siti, la pagine web, i link che clicchiamo quotidianamente – sempre se non siamo troppo occupati a giocare a Candy Crash – sono solo una minuscola parte di quanto nasconde la rete in realtà, si parla del 4%.

Il resto dei contenuti è infatti sommerso nelle profondità, DEEP per l'appunto, del web.

Ma cos’è il web sommerso o deepweb? Come vi si accede? E, soprattutto, cosa succede nelle sue segrete e labirintiche stanze?

Il deepweb è innanzi tutto, una parte di Internet non raggiungibile con mezzi normali. Tutto un insieme di pagine che per un motivo o per l’altro non possono essere “indicizzate” e che  quindi, non sono ordinate dai motori di ricerca e suddivise in categorie: contenuti web, reti private, database e link dinamici, invisibili agli occhi dei crawler. 

Per comprendere meglio il concetto, è utile la metafora dell'iceberg: al di sopra del mare c'è la parte più piccola, il web accessibile. La parte più consistente dell'iceberg, il deep web appunto, si trova sotto la superficie del mare, nelle profondità del quale pochi riescono ad immergersi.

Potrebbe esservi utile anche quest'immagine di brandpowder, che pur non utilizzando la metafora dell'iceberg, spiega con molta chiarezza il concetto.

Nel deepweb si naviga solo con specifici browser, e per passare da un sito a un altro o si conosce preventivamente l’URL o semplicemente si naviga attraverso link e riferimenti di pagine ad altre.

A questo punto vi sarete posti la domanda: perchè tenere nascoste così tante pagine?

Perchè sono illegali.

Risposta semplicistica.

Questa è solo una parte della verità, sebbene riassuma un punto di vista ingenuo sul deepweb. È innegabile che ci sia una grande mole di contenuti che violano la legge: traffico di droga, di armi, pedofilia, sette, persone alle ricerca di servizi di hacking ecc ecc.

Ma il deepweb è anche altro.

Nel 2011, il gruppo Anonymous lanciò l' “Operazione Darknet”, il cui scopo era combattere la pedopornografia dilagante nel deepweb. In quell’occasione sono stati attaccati numerosi siti di pedopornografia, rimossi i link alle immagini pedopornografiche presenti sulla Hidden Wiki ed implementato un sistema per tracciare l'IP dei frequentatori dei siti in questione. Gli Anonymous hanno poi invitato l’FBI a controllare i dati raccolti.

Il Deepweb è popolato anche da gente normalissima. Essere dei malati pericolosi o dei super criminali, dopotutto, non è un requisito per entrare: bastano cinque minuti di tempo per installare Tor ed iniziare a navigare.

Ma perchè addentrarsi nell'oceano profondo se i contenuti sono illegali?

Semplice. Per non essere sorvegliati.

Ian Walden, professore alla Queen’s Mary di Londra, afferma: “L’utente più sofisticato capisce che quello che fa sulla rete lascia tracce": se si cancella una foto o uno stato su facebook, questo sparirà dalla vostra bacheca in pochi secondi, ma ci vorrà un mese  prima che venga cancellato dal database del sito.

Mantenendo l'anonimato ci si può esprimere in maniera autentica, senza dover temere che in futuro quello che si è scritto possa essere usato contro le proprie intenzioni.

D'altra parte, figure come Snowden non esisterebbero senza la rete profonda, così come non sarebbe esistita Wikileaks, né Mafialeaks, la controparte italiana centrata sulla lotta alla mafia: il deepweb è fondamentale in quegli ambiti in cui le fonti hanno bisogno di rimanere anonime per garantire la sicurezza. Il termine utilizzato per riferirsi a questo genere di attività è whistleblowing, ovvero lanciare un fischio (di allarme) per avvertire gli altri.

Un’attività rischiosa, ma di un’importanza sociale indiscutibile.

Per il giornalismo d'inchiesta (quello vero) siti di questo genere sono indispensabili.

L’anonimato è utile anche quando è lo stato stesso a controllare le informazioni: durante la primavera Araba molti dissidenti hanno iniziato a usare il deepweb per scambiare informazioni tra loro e con il resto del mondo, visto che i siti in chiaro (come twitter) venivano via via oscurati.

Concludendo, la rete sommersa sembra una landa lontana auto governata, dove si possono trovare banditi o galanti cavalieri.

Dopotutto, come nella vita reale, il Deepweb è solo uno strumento: è buono, o cattivo, a seconda dell’uso che ne decidiamo di fare.
 

Come si accede al Deepweb?

Per addentrarsi nel Deep Web è necessario scaricare il browser di TOR, una versione modificata di Firefox configurata in modo da poter collegarsi alla rete TOR senza interventi particolari da parte dell’utente.

Per farlo, occore andare sul  sito Internet di Tor Browser Bundle e cliccare sul link 32/64-bit collocato accanto alla voce Italiano (it) (nella colonna Microsoft Windows).

A download completato, fate doppio click sul file torbrowser-install-4.x.x_it.exe. Si aprirà una finestra, cliccate prima su OK e poi su Sfoglia. Selezionate dunque la cartella in cui estrarre i file e premete su Installa per completare l’operazione.

Ora, aprite la cartella nella quale avete estratto Tor Browser Tor Browser, e avviate il collegamento Start Tor Browser cliccando poi su Connetti

Fatto. Per navigare online basta digitare un indirizzo nella barra degli URL del browser o cliccare su un link.

Se non sapete da che parte cominciare, qui una serie di link utili:

Torch il motore di ricerca del deepweb.

 Hidden Wiki un sito collaborativo in cui gli utenti del Deep Web provenienti da tutto il mondo postano link a siti nascosti di ogni genere. 

 Onion URL Repository molto simile ad Hidden Wiki.

Per i dispositivi iPhone e iPad è disponibile il browser Onion Browser che è open source e non richiede alcuna configurazione particolare, difatti una volta avviato stabilisce automaticamente la connessione alla rete Tor.

Per gli Android si possono scaricare Orbot e OrBrowser. Il primo è il client ufficiale di Tor per Android mentre il secondo è un browser Web pre-configurato per la navigazione anonima (quindi anche al Deep Web). 

 

 
 
Janeth Kent

Janeth Kent

Licenciada en Bellas Artes y programadora por pasión. Cuando tengo un rato retoco fotos, edito vídeos y diseño cosas. El resto del tiempo escribo en MA-NO WEB DESIGN AND DEVELOPMENT.

 
 
 

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